Restauro ieri, oggi e domani lungo il Cammino dell’Appia Regina Viarum


L’Appia presenta molteplici aspetti estremi da territori incontaminati di enorme bellezza alle aree profondamente ferite dall’abusivismo e dall’abbandono. Il piano strategico “Appia Regina Viarum”, varato dal MiBACT, intende promuovere un progetto multi disciplinare per il rilancio del cammino e delle sue valenze storico artistiche.

Il restauro, grazie alle attuali acquisizioni scientifiche, ai nuovi materiali ed alla ricerca applicata nel campo della conservazione sulla compatibilità dei prodotti utilizzati, è al centro dei nuovi orizzonti dell’indispensabile opere di conservazione e sviluppo del patrimonio storico universale.

Il LABORATORIO APPIA costituisce, dopo circa trenta anni di attività, un modello attuale di proposte multi disciplinari e di specifiche metodologie basate su progetti ampi e multi disciplinari.

Ci consentirà, nello specifico caso dell’Appia, di realizzare un nuovo modello di cammino in cui lo sviluppo di modelli compatibili contribuiranno alla crescita di un turismo sempre più inclusivo e culturalmente orientato.

Sull’Appia la complessità è legata indissolubilmente alla bellezza; il nostro compito è di proteggerla e conservarla non prescindendo dalla sua conoscenza.

Lungo la via Appia viaggiavano genti, merci, milizie, provenienti da luoghi lontani; i complessi architettonici che nel tempo si sono insediati, in ambienti di rara bellezza, tutt’ora costituiscono un patrimonio paesaggistico e storico unico nel suo genere. La natura ed il paesaggio ci offrono panorami mutevoli ed affascinanti che purtroppo, in molti casi, sono stati devastati dall’abusivismo e dal degrado.

Il suo tracciato asseconda la morfologia e le altimetrie dei territori che attraversa con pavimentazioni in basoli di selce, apparecchiati su strati di granulometrie lapidee decrescenti di dimensione che favoriscono la permeabilità all’acqua piovana. La costruzione della strada era stata realizzata con grande cura e sapienza, essendo un’arteria importantissima per gli scambi commerciali, il transito delle truppe e delle genti. La sua efficienza quindi doveva essere garantita anche con una costante manutenzione e cura per evitare l’interruzione dei transiti.

La pavimentazione dell’Appia antica (disegno di Giovanni Battista Piranesi)

Non sempre la via era pavimentata con i basoli in selce, in alcuni tratti c’era il glareato, composto da materiale lapideo di piccole dimensioni sciolto, in altri tratti la terra battuta. Nel tempo parti anche consistenti della via sono stati dimenticati, sostituiti con strade veicolari anche a scorrimento veloce dove è impossibile camminare a rischio della vita.

Dall’abbandono progressivamente si sono generate situazioni di forte degrado che persistono oltre ad interventi di gravissimo abusivismo.

Il Segretariato Generale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha avviato un’ampia azione di restauro e valorizzazione del cammino dell’Appia che, con Regioni ed Enti locali, produrrà un importante rilancio dell’antico percorso.

L’ 8 settembre del 1953 Antonio Cederna, sulla testata de Il Mondo, scriveva:

“Per tutta la sua lunghezza, per un chilometro e più da una parte e dall’altra la via Appia era un monumento unico da salvare religiosamente intatto, per la sua storia e per le sue leggende, per le sue rovine e per i suoi alberi, per la campagna e per il paesaggio, per la vista, la solitudine, il silenzio, per la sua luce, le sue albe e i suoi tramonti…”.

L’Appia non è stata risparmiata da gravi vandalismi ed estesi abusi che hanno devastato importanti tratti dell’antica strada e le aree adiacenti, i monumenti, i borghi, gli agglomerati urbani, per i quali si potranno prevedere piani di recupero dedicati.

Le cause del degrado non sono dovute solo alla mancanza di risorse finanziarie ma all’impatto devastante di una cultura superficiale; il progetto di recupero sarà invece basato sulla conoscenza del territorio, dei monumenti e della loro storia.

Il piano strategico avvierà un nuovo “percorso di riscatto”, sulla linea dei grandi percorsi storici europei, nel quale il rapporto tra paesaggio, natura, fauna, monumenti e infrastrutture storiche sarà il cardine intorno al quale si opererà promuovendo un nuovo modello di turismo compatibile ed inclusivo utile al rilancio ed alla crescita delle comunità locali.

Il restauro, rispettando le caratteristiche locali e le diversità esistenti, proporrà metodologie d’intervento unitarie per l’intero percorso dell’Appia da Roma a Brindisi. In un “codice di pratica” saranno descritte le tecniche ed i materiali da utilizzare negli interventi relativi ai differenti tratti antichi della strada conservati. (il glareato, il basolato, lo sterrato, etc).

La strada antica era un investimento economico importante per il quale si assicurava la perfetta costruzione per garantirle durabilità, efficienza e resistenza nel tempo ed agli agenti atmosferici. Dal tracciamento, alla predisposizione del sottofondo, alla scelta dei materiali, all’organizzazione delle ingenti maestranze tutto era coordinato da una regia severa.

Le crepidini segnavano la larghezza della carreggiata delimitando fasce di rispetto che evidenziavano la direzione del percorso. Oggi molti tratti sono mancanti pertanto si realizzerà il ripristino delle lacune per restituire la continuità delle crepidini. Nei tratti interrati o nascosti dalla vegetazione spontanea si effettueranno indagini archeologiche localizzate con le quali si confermerà l’andamento degli antichi margini. Le integrazioni delle lacune saranno realizzate con materiali compatibili con il preesistente.

Un aspetto molto importante riguarda i piani di scorrimento dell’acqua piovana sul piano stradale antico e le pendenze che dovranno essere controllate ed eventualmente corrette per evitare dannosi ristagni d’acqua causa di degrado.

I nuovi modelli di sviluppo turistico sostenibile coniugano il progresso economico, la coesione sociale e la tutela ambientale, attribuendo alla qualità della vita un ruolo strategico nel promuovere la crescita locale. In tale ottica non si possono tralasciare i temi dell’accessibilità nell’offerta turistica, fattori indispensabili per promuovere la piena partecipazione di tutti i cittadini, residenti e turisti, al tempo libero e alle attività ricreative e culturali. Nel piano strategico sarà importante riflettere su questi nuovi modelli di sviluppo, considerando le esigenze dei turisti con disabilità analoghe a quelle della maggior parte dei turisti nel rispetto delle istanze etiche di inclusione e partecipazione. La ricerca progettuale risponderà con idonei progetti inclusivi contribuendo alla diffusione di una vera e propria cultura dell’accoglienza, al miglioramento della qualità del territorio e dell’offerta turistica, pubblica e privata, ottenendo importanti ricadute anche in termini economici e di vivibilità.

 

Arch. Maria Grazia Filetici

Parco Archeologico del Colosseo

(l’articolo è tratto da “China and Italy: routes of culture, valorisation and management” , CNR 2018, edito da Heleni Porfyriou e Bing Yu)