I restauri nel tratto romano: un cammino di ricerca e conservazione attiva (PRIMA PARTE)


Il piano di restauro, realizzato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma dagli anni novanta del novecento e tutt’ora in essere, annovera moltissimi temi d’intervento con un approccio multi disciplinare uniti ad un’ampia ricerca storica, artistica e sperimentale.

Una grande attenzione, nell’ambito della tutela e conservazione dell’enorme patrimonio antico del Parco, è stata dedicata all’acquisizione pubblica, da parte del MiBACT, di importanti aree monumentali e manufatti di proprietà private oggi restaurate ed inserite nel patrimonio demaniale.

La Villa dei Quintili, al quinto miglio della via costituisce una delle ville suburbane più importanti della campagna romana, acquistata nel 1985 ed aperta al pubblico nel 2000.  Dal 2000 ad oggi sono proseguiti gli scavi archeologici, i restauri ed oggi è aperta al pubblico con un importante percorso di visita che collega i due fronti della via Appia Nuova e dell’antica. Qui l’ingresso monumentale della tenuta dei Quintili prospettava sulla strada con una importante quinta monumentale di cui oggi è stato restaurato il grande Ninfeo.

Fig. 1 Il frigidarium della Villa dei Quintili (Foto di L.Filetici, 2018)

 

Capo di Bove dove, oltre al rinvenimento di un impianto termale risalente al II secolo d.C., è stato creato il “centro studi Antonio Cederna” dove è conservato l’archivio privato dello scrittore, donato dalla famiglia, ed il centro di documentazione sull’Appia.

La chiesa di S.Nicola nel Castrum Caetani restaurata da chi scrive nell’ambito degli interventi della Soprintendenza Archeologica di Roma. L’interno, in opera c.d. “saracinesca” in peperino, presentava estese zone di decoesione per effetto dello scorrimento dell’acqua piovana causata dall’attuale assenza della copertura, eliminata alla fine dell’ottocento per evitare il ricovero di viandanti e banditi. Qui il restauro delle superfici in peperino ha provveduto a consolidare le superfici decoesione della pietra ed allontanare l’acqua piovana con pendenze adeguate e provvedimenti dedicati. Si dovrà procedere alla realizzazione di una nuova copertura che possa proteggere le murature esistenti.

La nuova illuminazione, premiata con lo “IES 2017 illumination Award Merit”, restituisce il fascino della meravigliosa architettura ai passanti anche grazie alla riapertura dell’ingresso, tamponato per problemi statici, realizzata grazie al consolidamento strutturale del campanile e dell’architrave gravemente lesionata.

Fig. 2 – S. Nicola nel Castrum Caetani dopo il restauro con la nuova illuminazione artistica di M. Baldieri (Foto di L.Filetici, 2018)

 

La meravigliosa tenuta di S. Maria Nova è stata acquistata dallo Stato nel 2006 e liberata, con una paziente procedura amministrativa, dalle occupazioni abusive che la mortificavano relegandola ad un profondo stato di degrado. E’ stato un lavoro importante che ha contemplato aspetti multiformi della conservazione. Dal progetto idraulico per la bonifica delle acque stagnanti, agli interventi nel parco botanici ai restauri anti sismici ed al nuovo allestimento interno che ha recuperato integralmente le antiche superfici in cortina laterizia, questo lavoro racchiude la complessità della materia sottolineandone il forte approccio multi disciplinare. Il progetto è espressione complessa del lavoro che la grande squadra del restauro produce con un impegno costante, tanto grandioso quanto più penetra il contenuto storico dei monumenti antichi.

Fig. 3 S.Maria Nova (Foto di S. Belotti, 2017)

 

Diventerà l’accesso dall’Appia antica alla grande area della Villa dei Quintili ed offrirà spazi di accoglienza per il pubblico, le terme con le palestre dove sono stati rinvenuti i bellissimi mosaici dei gladiatori, i  claustra medievali, dove i monaci Olivetani coltivavano gli orti e le piante officinali, ed il grande casale dove abbiamo restaurato le antiche cortine in laterizio e la preziosa torre resa eccezionale per l’integrale recupero del decoro a dama bianco e rosso effige del periodo medievale.

Il consolidamento strutturale è stato realizzato con interventi di miglioramento anti sismico ossia intervenendo sulla struttura muraria, revisionata nella sua capacità portante e nell’aggregazione muraria, aiutata con apparecchi meccanici (catene, collegamenti e piatta bande) con i quali sono state migliorate le resistenze locali al sisma. Le coperture in legno, con capriate e struttura secondaria in castagno, sono state reciprocamente collegate alle murature, senza l’ausilio di cordoli in cemento armato. Revisionate con cura piatta bande, varchi e volte. Un attento e diffuso lavoro di restauro e progettazione che ha scelto il riuso dei materiali tradizionali, tecniche che sono state utilizzate con equilibrio nel nuovo restauro e progetto architettonico.

Il corpo basso è stato consolidato e inserita una nuova scala esterna sulla facciata principale del casale; la nuova rampa in acciaio, progettata strutturalmente con minimo impatto, è posizionata in corrispondenza di un’antica rampa in muratura non più esistente di cui si mantengono le tracce sul prospetto.

Il nuovo e l’antico sono gli ingredienti del nostro progetto di restauro che ha riconsegnato la tenuta dei Monaci Olivetani al pubblico; offriremo un inedito restauro, espressione di quella delicatezza delineata da A. Giuffrè:

E avviene che nell’accostarsi a queste vecchie pietre come il medico all’ammalato ne scopriamo un aspetto che ci lascia sconcertati. La loro fisicità, appunto; il segno delle mani che le hanno disposte in quel modo mirabile, l’impegno di chi ha architettato il loro complesso equilibrio, ma soprattutto il dover noi, oggi, aprire un dialogo con quell’ingegno e porre le nostre mani dove sono state poste quelle altre”.

 

Arch. Maria Grazia Filetici

Parco Archeologico del Colosseo

(l’articolo è tratto da “China and Italy: routes of culture, valorisation and management” , CNR 2018, edito da Heleni Porfyriou e Bing Yu)