I restauri nel tratto romano: un cammino di ricerca e conservazione attiva (SECONDA PARTE)


Il restauro del restauro di Luigi Canina di otto sepolcri compresi tra il IV ed il V miglio del tratto romano è stato condotto dal 1998 al 1999 affrontando la revisione dell’opera architettonica dell’architetto torinese. La sua innovativa proposta del museo all’aperto risulta ancor oggi di grandissima attualità. Il museo veniva visitato dal pubblico con le carrozze; i reperti archeologici, rimontati sulle facciate dei monumenti, consentivano di conservarli in situ e proteggerli dai furti.

E’ quella di Canina un’intuizione modernissima del cammino che, attraverso il restauro dei suoi monumenti, diventa museo di se’ stesso. E’ l’interpretazione della tutela e della conservazione che Canina esprime in una formula attuale e creativa. Un’idea coronata dal grande successo di pubblico all’epoca della sua realizzazione e sulla quale il nostro studio si è concentrato.

Il progetto di documentazione di Luigi Canina, i rilievi accuratissimi dello stato di fatto che riportano fedelmente la posizione topografica dei ritrovamenti, i quaderni dove si registrano i reperti rinvenuti rispettivamente elencati sui due lati della strada, è stato riletto con uno studio condotto presso l’archivio di Stato di Torino.

Fig. 4 Sepolcro di Tiberio Claudio Secondo, elaborazione 3D della Facoltà di architettura Ferrara, 2000

 

Con l’Università degli Studi di Ferrara, nel 1998, abbiamo restituito otto sepolcri in 3D e ricollocato, secondo il progetto di Canina, i reperti da lui prescelti valutandone in situ lo stato di conservazione. Abbiamo sostituito i vuoti lasciati dai furti dei reperti archeologici, che aveva ricollocato l’architetto torinesi, con lastre in travertino lavorate a subbia; pulito e protetto le superfici dei sepolcri e apposti cippi segnaletici con la denominazione del monumento e la data del restauro.

Il restauro del restauro dunque nel quale le attuali conoscenze tecniche si sono applicate per la conservazione del museo all’aperto di Luigi Canina ed alla sua lungimirante opera di tutela compositiva.

In questo lavoro abbiamo creato un colloquio nuovo tra archivio, restauro, ricerca storica e dato architettonico. Abbiamo dedicato a Paolo Mora questo approccio olistico al restauro del restauro che ci auguriamo possa costituire un suggerimento utile alla disciplina ed ai restauri dell’Appia.

Il sepolcro a Casal Rotondo è una meravigliosa opera di ricomposizione dell’immagine che Canina realizza con una muratura in laterizi ondulata adatta all’esposizione dei bocchi in marmo curvilinei provenienti dal vicino Casal Rotondo.

Fig. 5 Casal Rotondo, ricostruzione di quinta in laterizio ad onda di L.Canina (Foto di G. Carpignoli, 2018)

 

Questo progetto di Luigi Canina è un capolavoro progettuale che chiarisce, senza incertezze, come il progetto architettonico possa risolvere temi specifici del grande panorama della conservazione del patrimonio antico. Dunque un esempio importante per il grande ed esteso piano di riqualificazione dell’Appia Regina Viarum.

Dall’opera a stampa del Canina abbiamo ridisegnato il cippo miliare che, realizzato in travertino, abbiamo voluto posizionare vicino agli otto sepolcri restaurati con la denominazione del monumento e la data dei restauri.

Questo cippo è stato prescelto per il cammino dell’Appia Regina Viarum.

Fig.6 Il cippo miliare di progetto per l’ Appia, M.G. Filetici (Grafica di S.Belotti, 2017)

 

Alla luce dell’ampio panorama di esperienze esposto, riteniamo che il restauro del patrimonio antico non possa basarsi sull’omologazione degli interventi ma si sottolinea il valore del “caso per caso” che ben si adatta alla molteplice varietà dl grande patrimonio monumentale.

La scelta progettuale dei materiali compatibili e delle tecniche tradizionali si conferma essere la strada più idonea del restauro, importante per non alterare l’equilibrio costruttivo della fabbrica e la sua tipologia strutturale. Nella comprensione dello stato di conservazione sarà indispensabile ricostruire la storia delle trasformazioni subite nel tempo dai monumenti e l’incidenza che tali modifiche hanno prodotto sull’equilibrio del monumento.

Nel Mausoleo di Gallieno sono state ricostruite le volte a botte nell’ordine inferiore restituendo l’aggregazione muraria perduta e l’appoggio delle masse strutturali superiori che erano rimaste senza appoggio per i crolli subentrati.

Fig. 7 Mausoleo c.d. di Gallieno, ricostruzione delle volte del restauro per la riconnessione strutturale del primo ordine. Realizzazione Ettore Palmucci, progetto M.G. Filetici, C. Baggio, 2016 (Foto di S.Belotti, 2017)

 

Nel Sepolcro cosiddetto “a staffa” è stata ripristinata la copertura del colombario che conservava in situ olle cinerarie in laterizio e mosaici pavimentali.

Nel sepolcro ottagonale, sul lato opposto della via in corrispondenza del grande Ninfeo della Villa dei Quintili, sono state ricostruite porzioni di volta ripristinate a sostegno delle masse in conglomerato cementitio pericolanti rimaste senza un adeguato appoggio. In questo caso l’antica scala elicoidale interna, in opus reticolatum, è stata integrata e confermata nella sua funzione portante della struttura circostante.

Fig. 8 Sepolcro cosiddetto ottagonale dopo il restauro di M.G. Filetici (Foto di M.G. Filetici, 2016)

 

In tutti i casi lo smaltimento delle acque piovane e la verifica botanica delle essenze circostanti i monumenti sono atti progettuali indispensabili per assicurare la corretta conservazione dei monumenti.

I sepolcri sono spesso privi dell’originario rivestimento pertanto il nucleo cementitio interno è irreparabilmente esposto ai venti provenienti da nord est, all’umidità occidentale del mare, ai cicli stagionali e vegetali ed ai pericoli portati dalla siccità ed alle forti e repentine piogge.

E’ un punto di forza del restauro dell’Appia far seguire un attento programma di manutenzione ordinaria . Per tale motivo abbiamo curato un grande progetto dedicato, già collaudato da diversi anni, basato sulla catalogazione dei manufatti suddivisi per dimensione, tipologia muraria, priorità e rischio etc…. In base alle necessità si sono stabilite le cadenze temporali degli interventi, le metodologie, le tecniche ed i costi. Annualmente la Soprintendenza assicura, oltre alla manutenzione ordinaria dei grandi complessi monumentali e del verde, anche interventi manutentivi specifici su 66 sepolcri realizzati a rotazione secondo un giudizio di priorità. Evidentemente tale importante e necessario programma è subordinato ai bilanci finanziari annuali.

E’ nella continuità di questo approccio metodologico che la Soprintendenza Archeologica di Roma opera da più di 25 anni, non sempre potendo contare su disponibilità finanziarie rilevanti, ma con programmi scientifici d’intervento inseriti in un piano generale multi disciplinare che, iniziando dallo studio del grande lavoro di Luigi Canina, ha scelto di utilizzare le nuove conoscenze scientifiche e tecniche del restauro. Rappresenta questo piano disciplinare il “LABORATORIO APPIA” evidente realtà operativa e di sviluppo.

 

Arch. Maria Grazia Filetici

Parco Archeologico del Colosseo

(l’articolo è tratto da “China and Italy: routes of culture, valorisation and management” , CNR 2018, edito da Heleni Porfyriou e Bing Yu)