Cammino dell’Appia: istruzioni per l’uso


Non c’è niente di più fisiologico del camminare. Siamo fatti per stare eretti e avanzare nello spazio, non per passare giornate intere seduti davanti al computer. Tutto ce lo ricorda, a cominciare dalla curvatura dell’anca e dalla struttura dei nostri piedi. Però lo abbiamo dimenticato.

Mettersi in cammino alla scoperta dell’Appia, o di una sua parte, richiede volontà e curiosità, e un investimento di tempo che sarà ripagato con gli interessi per l’intensità dell’esperienza, le conoscenze acquisite e le preziose fatiche fatte.

Se abbiamo lasciato arrugginire il corpo, è bene esercitarlo prima di partire, così da godere pienamente il cammino che ci attende e faticare il giusto. Invece, se siamo fisicamente a posto e non irrigiditi dalla sedentarietà, l’allenamento al cammino si potrà fare in viaggio, semplicemente camminando.

Per rimettere in sesto per gradi il nostro corpo, possiamo prevedere uscite in cammino a mano a mano più lunghe e impegnative. Si può partire da un’ora senza zaino su percorso pianeggiante per arrivare, dopo pochi mesi, alla giornata intera con qualche dislivello e lo zaino in spalla. Non dimentichiamo che non siamo fatti per portare pesi, perciò lo zaino dovrà essere sempre contenuto, lasciando a casa l’equipaggiamento superfluo, quello che potrebbe servire se…: ma il condizionale non funziona quando si prepara lo zaino. Utilizzando le strutture ricettive dell’Appia, le mansiones di oggi, il peso complessivo, zaino compreso, potrà essere tra i sei e i nove chili in una stagione di mezzo. Sono la primavera e l’autunno, infatti, i periodi ideali per camminare la Regina Viarum.

Le scarpe dovranno essere ben collaudate e leggere anch’esse. A ogni etto portato in più sul piede, corrisponde mezzo chilo nello zaino, perché il peso sulle spalle è distribuito in tutto il corpo, mentre quello delle scarpe grava solo sulla fatica tendineo-muscolare delle gambe.

Anche le calze sono importanti: indispensabili quelle a imbottitura differenziata, in grado di salvaguardare i punti di attrito fra piede e scarpa, prevenendo la formazione di arrossamenti e vesciche. Ottime quelle in lana merinos.

Il cammino è un’attività talmente equilibrata per il fisico che non potenzia la muscolatura delle gambe, a meno di non farlo in salita e con pesi sulle spalle. E neppure è in grado di farci dimagrire, salvo percorrere tutta l’Appia in quindici giorni, contenendo per giunta i piaceri serali della tavola. Sarebbe un peccato imperdonabile perché il paesaggio non va solo osservato ma anche assaporato. Il gusto e gli altri sensi, tutti stimolati nell’andare, consentono di fissare nella memoria ogni attimo del vissuto. Succede ogni volta che riallineiamo le due coordinate della vita, lo spazio e il tempo, il qui e ora. È questa la principale terapia del cammino.

 

Riccardo Carnovalini