Il sepolcro di Clodio (tappa n.1 nei pressi di Albano Laziale)


Al Km 23,600 della via Appia Nuova, corrispondente al XIII miglio dell’antica via Appia, alla sinistra per chi viene da Roma, s’incontra, all’interno di uno spazio sistemato a verde pubblico oggi comunale, un tempo appartenuto ai Torlonia (Horti Torlonia), un grande sepolcro di cui si conservano la camera funeraria e altri due piani.

La costruzione a “torre” ha un pianta rettangolare di 7,50 x10,30 metri ed è costituita da un nucleo cementizio in selce e scaglie di peperino di cui si notano le “stratificazioni” legate ai vari momenti di lavoro. Il rivestimento, oggi perduto, era in opera quadrata: si vedono ancora dei blocchi aggettanti, sulle pareti del sepolcro, disposti per testa che servivano a raccordare la muratura con il rivestimento stesso.

La camera funeraria interna (che si apre sulla parete est), originariamente ipogea (anche il piano stradale in origine era più in basso dell’attuale) è evidenziata all’esterno da un arco a conci radiali, su cui si impostava la volte a botte della camera stessa, con pianta a croce greca.

Alcune stampe del Settecento e Ottocento illustrano la posizione del sepolcro non affacciato direttamente sull’Appia e con una serie di cippi che ne delimitano un’area di rispetto. Come fosse lo sviluppo superiore non è dato sapere: da un confronto con altre strutture simili, del tipo a “edicola a più piani” è stato ipotizzato un coronamento a cuspide. La datazione è attorno alla metà del I sec. a.C.

Osservando la presenza del sepolcro in esame come di altri sepolcri lungo questo tratto di via Appia, ne è stata avvicinata la monumentalità ad analoghi esempi provenienti dall’Oriente, a seguito dell’esigenza da parte di generali vittoriosi e poi di cavalieri e senatori di epoca repubblicana, di esaltare le proprie gesta o i propri possedimenti. L’attribuzione del sepolcro a Clodio deriva dall’interpretazione di eruditi, poi ripresa da Lorenzo Quilici (1997), secondo cui nella zona doveva esservi il fundus di Publio Clodio, capopopolo di parte cesariana che si scontrò, secondo le fonti, con T.A. Milone, di parte senatoria,  proprio nei pressi della città di Bovillae, lungo l’Appia tra XIII e XIV miglio.

 

di Simona Carosi