La via Appia attraverso la pianura pontina
La costruzione della via Appia attraverso l’Agro Pontino implicò importanti opere di bonifica e di regimentazione della ricchissima rete idraulica che scende dai colli Albani e dai monti Lepini e grandi opere di ingegneria stradale con la costruzione della via su di un terrapieno rialzato, forato da diversi ponti per permettere il passaggio dei canali verso il mare.
Essa comportò l’escavazione di un canale navigabile, il Decennovium (lungo 19 miglia) che corre parallelo alla via da Treponti a Terracina. Orazio cita il suo viaggio sul canale in una barca trainata da cavalli e funestata dalle zanzare nella celebre Satira V.
Il procedere della via fu spesso accompagnato dalla confisca e dalla distribuzione di terre ai veterani, secondo i criteri della centuriazione, cioè della suddivisione in lotti regolari secondo un orientamento prefissato.
Nella pianura pontina l’Appia tagliava in diagonale una centuriazione di epoca precedente.
Il nuovo impaludamento e l’abbandono della via Appia nell’alto Medioevo determinarono il ripristino di un percorso alternativo pedemontano tra Roma e Terracina, passando per Sermoneta, Sezze e Priverno.
L’odierno sistema di centuriazione, parallelo alla via, nasce dalla bonifica settecentesca voluta da papa Pio VI, che fece ripristinare il canale navigabile, creando il sistema delle miliaria che fu ripreso dalla bonifica fascista degli anni ’30, portandole fino alla fascia costiera.
La via Appia attraverso l’Ager Falernus e l’Ager Campanus
In Campania la fertilità del suolo pose l’ager Falernus (costituito nel 340 a.C.) al centro delle mire espansionistiche di Roma in contrasto con i Sanniti. La romanizzazione della piana fu completata con il prolungamento della via Appia nel 312 a.C. e con la costituzione delle colonie di Minturnae e di Sinuessa nel 296, entrambe attraversate dalla via.
L’Appia diviene l’asse meridionale della centuriazione, che costituiva l’occasione di bonificare la pianura irregimentando le acque, in quanto i limites erano costituiti o fiancheggiati da canali di scolo e di irrigazione.
Il settore a sud della via Appia diventa ager Campanus, attraversato diagonalmente dalla strada.
L’ager Falernus costituiva la parte settentrionale della Campania Felix, riparata a nord dalla catena dei monti del Massico, mentre i campi e le colline si estendevano a sud verso il clima mite della costa. Le principali produzioni erano quelle dell’olio e soprattutto del vino Falerno, oggetto di grande esportazione.
testo di Irene Zambon