Un nuovo modello di governance


La via Appia Antica è senza dubbio viva nell’immaginario collettivo e per il lungo raggio di percorrenza che vede la sua presenza distribuita in gran parte delle regioni del sud Italia, e per l’importante tradizione storica per cui ancora oggi viene ricordata come Regina Viarum secondo la celebre definizione del poeta romano Publio Papinio Stazio nel I secolo d.C. (Silvae, 2, 2, 12).

Le origini dell’antico tracciato, costruito nel 312 a.C. per volontà del censore Appio Claudio Cieco, prevedevano che la funzionalità di questo nuovo tratto viario fosse principalmente legato all’ambito guerresco ovvero alla necessità che i soldati potessero spostarsi velocemente tra Roma e Capua in occasione della seconda guerra sannitica (326-304 a.C.). Il percorso fu poi prolungato nel corso del tempo fino a raggiungere Brindisi per facilitare, anche in questa occasione, le spedizioni militari e gli scambi commerciali con le regioni del Mediterraneo e orientali. La via Appia fu, inoltre, protagonista di numerosi episodi bellici: storica la crocifissione di 6000 ribelli lungo la consolare a concludere l’insurrezione guidata dal trace Spartaco (71 a.C.).

Le vicende storiche relative alla nascita della via Appia, qui ricordate molto brevemente, inducono una riflessione sulla straordinaria opportunità promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo di riproporre un tracciato, ormai storicizzato nel corso dei millenni, in una nuova chiave: un percorso nato da esigenze militari e di mobilità veloce, efficiente ed efficace, ricapitalizzato e valorizzato in un ambito di mobilità sostenibile (slow travel) e di valorizzazione e riqualificazione di un patrimonio diffuso lontano dai grandi flussi turistici. Un progetto che può divenire una best practice per una riconversione strategica e culturale dei cammini.

La presenza del macro aggregato dei sistemi territoriali turistico culturali -cammini, percorsi, aree vaste- dell’intervento Appia Regina Viarum nella Delibera CIPE del 1 maggio 2016 n. 3/2016 FSC 2014-2020 con cui è stato approvato il Piano stralcio “Cultura e Turismo” legge n. 190/2014, ha permesso all’Amministrazione di strutturare un progetto di fruizione e valorizzazione che rispecchia il costante interesse della comunità scientifica e delle attività del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il progetto è da leggere ad un livello complesso che investe molteplici strumenti di programmazione, nazionale e regionale, e si inserisce nella programmazione strategica del Mibact per i finanziamenti nazionali e per quelli comunitari, insistendo inoltre su alcune aree ove sono presenti interventi finanziati dai fondi FESR del Programma Operativo Nazionale (PON) “Cultura e Sviluppo” 2014-2020. Questa complessità restituisce non solo una nuova visione ma anche una nuova governance che, grazie all’utilizzo di tutti gli strumenti disponibili, mette a sistema una innovativa metodologia, in particolare per i progetti che rivestono un ruolo strategico.

Il nuovo modello di governance inclusivo connota lo stesso tratto viario quale unicum, attrattore e bene culturale in quanto tale, che diviene un’area archeologica diffusa su di un asse lungo circa 580km con la peculiarità di amplificare gli effetti di valorizzazione sui luoghi della cultura circostanti.

Lo stanziamento del governo italiano grazie al quale il progetto gode di una propria sostenibilità finanziaria ha consentito di attuare il primo significativo passaggio, l’istituzione di un Tavolo tecnico per la stesura dell’accordo di valorizzazione finalizzato all’individuazione di azioni comuni volte alla realizzazione del progetto di messa a sistema del cammino (da Roma a Brindisi) che ha visto l’impegno del Segretariato Generale del Mibact e dei Presidenti delle Regioni Lazio, Campania, Basilicata e Puglia.

L’obiettivo del progetto è tutelare e valorizzare l’antica via Appia mediante la creazione di percorsi e rotte che incoraggiando il turismo lento possano accrescere la varietà della proposta culturale nazionale.

Il recupero di un percorso storico, ancora pervaso da linfa vitale, consente di valorizzare nel complesso i sistemi economici dei territori attraversati dall’antica strada e più direttamente collegati alla fruizione turistico-culturale, sollecitando le filiere che operano nell’ambito dei sistemi cultura e turismo e soprattutto nella loro integrazione, alla costruzione di nuove reti di offerta.

Il tracciato della via Appia attraversa le regioni Lazio, Campania, Basilicata e Puglia per una lunghezza di 584 km e il coinvolgimento di 87 comuni, ad affiancare il percorso tradizionale è la variante Traiana (Benevento- Brindisi) con una lunghezza di 311 Km e un’ulteriore variante “costiera” di 52 km che interessa le regioni Campania e Puglia. Il Mibact ha individuato le evidenze archeologiche, storico-architettoniche, gli ambiti naturalistici che insistono lungo il percorso, i tratti già percorribili e le necessarie varianti rispetto al tracciato antico, ha messo a punto un sistema informativo a riferimento geografico che accoglie su unica base geografica banche dati riguardanti Beni Culturali, programmazione e interventi ovvero un Hub Geo Culturale – Cammino entro l’antico tracciato romano. Ancora, si è provveduto ad eseguire un rilievo aereo della via Appia con tecniche digitali: rilievo fotogrammetrico e rilievo lidar (laser) per il modello digitale di elevazione.

L’Amministrazione sta lavorando in sinergia con i territori e le regioni per mettere in atto delle azioni di valorizzazione “complementari” su beni di competenza locale e regionale, procedendo al consolidamento e all’organizzazione dell’itinerario di eccellenza, integrando e ampliando la fruizione alle altre risorse e infrastrutture del territorio, materiali, immateriali, che compongono e caratterizzano l’offerta turistica dei territori attraversati dal Cammino. Una strategia di condivisione che, con visione innovativa, si innesta nella programmazione comunitaria e intreccia territori gestori dei Programmi Operativi Regionali (POR), rinsaldando così un disegno europeo di consolidamento e sviluppo del territorio, in particolare del Mezzogiorno. A tal fine, per la tappa Palagiano-Taranto che vede il cammino attraversare i territori di pertinenza della fabbrica Ilva, il Segretariato Generale ha chiesto al Tavolo Tecnico del C.I.S. di Taranto di valutare la fattibilità della creazione di un “corridoio verde” bonificato e protetto, piantumato con alberi e arbusti, che consenta ai camminatori l’attraversamento della zona industriale, restituendola alla collettività. In questo caso, oltre alla fondamentale necessità tecnica di trovare una valida alternativa alla S.S. 7 Appia, non idonea a un passaggio turistico, sembra opportuno mettere in opera delle attività “simboliche” che possano permettere di riqualificare e valorizzare un territorio logorato dalla costante antropizzazione.

Il Servizio II del Segretariato generale sta, inoltre, portando avanti una iniziativa legata al monitoraggio satellitare di tutto il tracciato del Cammino della via Appia che coinvolgerà gli Istituti, nazionali e internazionali, attivi in questo settore. Questa attività avrà una doppia finalità: da una parte permetterà ai fruitori del Cammino di poter usufruire di un costante monitoraggio in ogni suo tratto, servizio che garantirà quindi la sicurezza costante in caso di emergenza (essendo il fruitore immediatamente rintracciabile lungo il percorso); contemporaneamente sarà possibile acquisire le c.d. immagini satellitari storiche e soprattutto acquisirne di attuali in modo da poter avere un costante controllo sull’Appia e sulla sua fascia di rispetto ed attuare attività di tutela paesaggistica.

Un lavoro lungo e complesso che restituirà alla consolare Appia l’appellativo di Regina.

 

Dora Di Francesco

Dirigente Servizio II – Programmazione strategica nazionale e comunitaria – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo